Sono da poco tornata da un viaggio in Yucatan, Messico. Lì ho visto spiagge bianchissime e coccodrilli; ho camminato per le torride vie di colorate città e viaggiato su vecchi e inquinanti bus; ho assaggiato piatti squisiti ed il temibilissimo peperoncino habanero, ma soprattutto ho parlato con i Maya. Così la prima scoperta, almeno per me: l’antica civiltà Maya è si collassata con l’arrivo dei conquistatori Spagnoli, ma loro – i Maya – sono sopravvissuti scappando nelle foreste dove hanno preservato un’identità che mi ha lasciata senza parole, almano fino ad oggi. Perchè oggi vi racconto cosa mi hanno insegnato i Maya…
Prendete tutte le vostre credenze sui Maya – se mai ne avete – e buttatele via: nozioni come la profezia sulla fine del Mondo nel 2012, l’estinzione del loro popolo o i riti sanguinari sono tutte inesattezze che hanno preso il posto della vera, affascinante e pacifica storia Maya.
È opinione comune pensare che i Maya fossero un popolo sanguinario caratterizzato da feroci riti di iniziazione, ma le cose non stanno così. Questa credenza arriva per via della fama dell’antica città di Chichen Itza, ma quello che le guide turistiche, i documentari e i materiali sul web dimenticano spesso di specificare è che Chichen Itza non era un’autentica città Maya, bensì una citta Azteca-Maya. Così anche a Chichen Itza venivano consumati sanguinari riti Aztechi, come la tradizionale uccisione del giocatore che maggiormente si era distinto nel gioco della Pelota e il cui sangue veniva bevuto e le carni mangiate dal resto dei giocatori in un macabro e crudele rito. <<Perchè mai un giocatore avrebbe voluto essere il più forte?>> ho chiesto incredula alla mia guida Maya, tra i resti archeologici dell’antica città di Uxmal: una meraviglia poco visitata dai turisti dove si respira l’autentica civiltà Maya. <<Immagina di vivere in un luogo dove fin da bambino ti venga raccontato della immensa gloria che spetta al giocatore più forte, il cui nome verrà ricordato negli anni a venire. Immagina che ti venga promessa una esistenza migliore dopo la morte e immagina che tutte le persone che conosci credano cecamente in questa speranza. Non cercheresti anche tu di meritarti tanta grandezza sforzandoti di essere il migliore?>> Con queste parole la mia guida mi ha spiegato l’assurda tradizione Azteca, in modo che io la capissi.

I Maya, invece, erano una popolazione completamente pacifica della quale la mia guida mi ha raccontato tradizioni e filosofia che non riuscirò a raccontarvi del tutto qui. La civiltà Maya si può riassumere nel loro modo di salutare: il loro “ciao” letteralmente significa “Io sono te” <<Perchè se io sono te e tu sei me, allora facciamo tutti parte della stessa magia del creato che merita rispetto e amore in ogni sua manifestazione.>> mi ha spiegato la guida. Questi concetti hanno ispirato anche il famoso film “Avatar” che riprende numerosi elementi della tradizione e dalla cultura Maya a partire dall’albero della vita presente nella pellicola e tanto caro anche ai Maya, fino ad arrivare alla trama del film in cui un popolo avanzatissimo, ma in armonia con la natura viene attaccato da conquistarori senza scrupoli arrivati dall’esterno.
Le abilità architettoniche e le conoscenze astronomiche hanno permesso ai Maya di costruire le celebri piramidi a gradoni: capolavori di ingegneria che se fossero costruiti oggi sarebbero straordinari, invece hanno centinaia di anni! Non solo le piramidi sono dei veri e propri calendari Maya, ma sono anche perfettamente orientate ed a Chichen Itza ogni anno nei giorni di solstizio succede un evento straordinario: il sole giunge in una posizione che permette alla piramide di proiettare un’ombra a forma di serpente piumato, ovvero il Dio “Kukulkan”. Ma non finisce qui: battendo le mani di fronte a qualsiasi piramide Maya, essa rimanda indietro una eco forte e chiara. Questa eco è uguale al verso emesso da un uccello che vive in Messico e considerato dai Maya il messaggero di Kukulkan.
È a questo punto del racconto che la mia voglia di sapere e la mia ammirazione verso i Maya era diventata ormai incontenibile, così nel viaggio di ritorno dalle rovine di Uxmal fino alla città di Merida, mi sono seduta accanto alla mia guida Maya ascoltando i suoi racconti con entusiasmo e curiosità. Allora ho scoperto che non esiste alcuna profezia Maya che avrebbe predetto la fine del mondo nel 2012. Semplicemente l’elaborato calendario Maya è stato scritto fino al 2012 e siccome “il caso non esiste” secondo la mia guida è evidente che il 2012 abbia segnato un anno di svolta tra il vecchio Mondo per come lo conosciamo ed il nuovo Mondo, forse segnato dalle catastrofi dei cambiamenti climatici o forse non sappiamo. La mia guida mi ha raccontato ancora della “legge dell’attrazione”, un caposaldo millenario per la civiltà Maya e una credenza in seguito avvalorata anche dalla fisica quantistica di Albert Einstein. La legge dell’attrazione magicamente recita
“Se desideri qualcosa ardentemente allora agisci come se quella cosa fosse già tua e l’intero Universo si muoverà affinchè tu possa averla”.
Con queste parole ho salutato la mia guida con la riconoscenza di avermi regalato un po’ di nozioni e tanta Pace.
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